Processo ex vertici Asset: il PF segnala l'intervenuta prescrizione della presunta amministrazione infedele
Quanto all'accusa di ostacolo alla vigilanza è stata invece richiesta dalla Procura del Fisco una sospensione, in attesa dell'esito del “processo dell'anno”. Il Giudice Morsiani si è riservato di decidere
Particolarmente travagliato l'iter di questo procedimento; ripetuti stop-and-go per istanze di ricusazione e schermaglie in punto di diritto. Circa 3 anni fa l'ultima udienza; si sarebbe dovuti entrare a stretto giro nel merito, invece un lungo stand-by e il passaggio di consegne fra Commissari della Legge: da Battaglino a Morsiani. Alla ripresa si pensava ad un passaggio tecnico. Potrebbe essere invece il prologo di sviluppi determinanti. Entrambi presenti gli imputati: Stefano Ercolani e Barbara Tabarrini. Due le imputazioni; relative al periodo in cui erano rispettivamente Presidente e Direttore di Asset. Presunta amministrazione infedele innanzitutto; per la vicenda della concessione di prestiti, attraverso una società apparentemente terza, al gruppo De Biagi.
Ma tanto tempo è trascorso da allora; la Procura del Fisco ha in particolare osservato come la delibera per l'ultimo finanziamento non avesse trovato effettiva esecuzione. Non il 2016, dunque, come anno di riferimento; bensì il 2013. Da qui la richiesta che potrebbe “sgonfiare” l'intero processo: dichiarare l'intervenuta prescrizione del reato. Se ne saprà di più il 12 maggio; il Giudice si è infatti riservato di decidere. Anche in merito alla seconda imputazione: ostacolo all'esercizio della funzione di vigilanza. Il PF, a tal proposito, ha sollecitato una sospensione, in attesa dell'esito di quello che è stato definito il “processo dell'anno”, agli ex vertici di Banca Centrale e a Confuorti; fra le altre cose si dovrà far luce infatti sul commissariamento di Asset.
Particolarmente assertivo il team difensivo, che ha sottolineato la pregiudizialità anche di un altro procedimento, quello a carico dei Commissari della Legge Buriani e Volpinari; tornando inoltre sulla vexata quaestio delle indagini in pool, e invocando la nullità dell'intero processo, per violazione del diritto di difesa. Ribadito il concetto di “omicidio d'impresa” ai danni di Asset. Chiesta allora l'estromissione di BCSM, come Parte Civile: “non è la danneggiata – è stato detto – ma la danneggiante”. Quanto all'accusa di amministrazione infedele è stata invocata, piuttosto che la prescrizione, un'assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Di diverso avviso il legale di Parte Civile; che ha peraltro sottolineato come le valutazioni di merito - riguardo ai fatti contestati -, possano prescindere dalle responsabilità ipotizzate nell'altro procedimento a carico di singoli esponenti di allora di BCSM.
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