Processo 'Mazzini': la difesa Roberti chiede l'assoluzione e il dissequestro del denaro e dei beni

Giuseppe Roberti è uno degli uomini chiave del processo “Conto Mazzini”: in sei distinti capi di imputazione gli vengono contestati i reati di riciclaggio, associazione a delinquere e false comunicazioni. Per tentare di smontare il castello accusatorio il suo collegio difensivo si è prodotto in una arringa, frazionata in tre parti, per una durata complessiva di oltre cinque ore.
Citando anche le deposizioni rese dai dirigenti dell'Aif e della Polizia Giudiziaria l'avvocato Francesco Pisciotti ha sostenuto che non vi siano prove della provenienza illecita dei fondi transitati in Banca Commerciale, in Penta Immobiliare e in altre società collegate: “ Roberti - ha inoltre affermato- non ha avuto ruoli in Fin Project e non ci sono prove certe di connessioni illecite con Claudio Podeschi.
L'avvocato Rossano Fabbri ha invece trattato, in particolare, l'associazione a delinquere, negando l'esistenza di prove in tal senso e definendo l'accusa pretestuosa. Il legale ha invece chiarito che Giuseppe Roberti ha sempre ammesso di aver finanziato la politica in un periodo storico in cui San Marino – ha affermato – era un paradiso fiscale ed era diffusa, nel settore bancario e finanziario, l'inosservanza della normativa antiriciclaggio, come è emerso dalle deposizioni di alcuni bancari e banchieri.
L'avvocato Alessandro Petrillo ha infine contestato le ragioni che hanno portato al sequestro, a Roberti, di ingenti somme e di immobili, ai fini della confisca. Le conclusioni sono state affidate all'avvocato Rossano Fabbri che per i sei capi di imputazione ha chiesto l'assoluzione perchè il fatto non susssiste o in subordine la prescrizione. Chiesto anche il rigetto della richiesta di danni della parte civile.
Di diverso avviso, naturalmente, la Procura del Fisco che nell'ultima udienza aveva chiesto per Roberti la condanna a 10 anni di prigionia, la confisca di 1 milione e 78 mila euro già posti sotto sequestro, oltre alla confisca di denaro beni o altre utilità nella sua disponibilità fino alla concorrenza di 26.973.795,52 euro. Domani si torna in aula con l'arringa della difesa di Claudio Podeschi e Bjliana Baruca.

l.s.

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