Al processo Mazzini la trattativa per la sede di Banca Centrale

“Non mi faccio prendere in giro da lei”. All'ennesimo non ricordo il Commissario della Legge Gilberto Felici ha tentato invano di scuotere la memoria di Fabrizio Castiglioni, all'epoca della trattativa legale rappresentante del venditore dell'immobile di via del Voltone, la Sam- Marina Arte Ceramica SA. L'attuale sede di banca centrale venne pagata 5 milioni e 150 mila euro, tra il 2005 ed il 2006, quando era Segretario alle Finanze Piermarino Mularoni, imputato nel maxi processo ed oggi presente in aula. L'allora presidente Antonio Valentini era già stato ascoltato nei giorni scorsi per meglio comprendere la natura della consulenza ed il ruolo che ebbe Luigi Moretti, che avrebbe dato assistenza gratuitamente al comitato ristretto nominato da Banca Centrale per portare avanti la trattativa con l'intesa che i lavori per la ristrutturazione dell'immobile sarebbero stati affidati ad Antao, il suo studio. L'ingegnere Castiglioni ha dichiarato oggi di non ricordare nulla: né della trattativa, né di chi partecipasse all'assemblea, né del metodo di pagamento suddiviso in due distinti assegni di importi diversi, né di quei 523 mila euro- secondo l'accusa la tangente per l'acquisto della sede- che prelevò dal secondo assegno per girarli in un libretto al portatore denominato Mas. Vuoti di memoria che finiscono per confermare le anomalie ravvisate in questo filone d'indagine dall'accusa, anche se in parte giustificati dai dieci anni trascorsi; ma il Commissario della Legge ribadisce “si parlava di un immobile di più di 5 milioni di euro e non di una golf usata”. Ascoltati tra gli altri anche Daniele Billi e la sorella Rosantonia, ex moglie di Pier Marino Mularoni per meglio chiarire le movimentazioni di denaro legate ad un finanziamento erogato tramite Finproject .

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