Sei anni di reclusione: è la pena chiesta dal pubblico ministero Paolo Giovagnoli a conclusione della requisitoria nell'udienza del processo Scaramella. Il Pm ha ricostruito il complotto ordito ai danni del professionista sammarinese, che nasceva dallo stesso ambiente politico del Titano. Oggi protagonista nell’ aula del tribunale di Rimini il senatore Paolo Guzzanti, chiamato in causa quale presidente della Commissione Mitrokin. Di fronte al giudice Corinaldesi ha rigettato ogni coinvolgimento nel tentativo di gettare discredito sull’avvocato sammarinese, parte lesa. Ha ammesso di conoscere Selva, ma ha negato fermamente di aver chiesto a Scaramella di mettere in piedi un castello di accuse che vedevano lo stesso Selva a capo di una organizzazione internazionale per il traffico di barre d’uranio. Il senatore italiano ha ricordato il clima di quegli anni e gli scenari internazionali con il ruolo del KGB che aveva cambiato volto. “Di fronte a notizie di reato potenzialmente gravi per l'incolumità pubblica - ha detto Guzzanti - suggerii a Scaramella di prepararsi a riferire all'autorità giudiziaria le notizie che lui aveva raccolto indipendentemente dalla loro autenticità". Ammettendo la fiducia che aveva riposto nelle capacità dell’imputato. La requisitoria della difesa è prevista il 30 novembre dopodiché è attesa la sentenza.
Giovanna Bartolucci
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