Processo tangenti nei cantieri, l'imputato: "Sono innocente"

“Dopo 20 anni di attività mai mi sarei aspettato tutto questo”. Così Paolo Berardi, uno dei due pubblici dipendenti delegati alla sicurezza sui luoghi di lavoro, accusato di aver preso "mazzette" per eludere i controlli, insieme al collega Davide Mularoni. Oggi gli interrogatori di fronte al commissario della legge Buriani per dire la loro verità. Berardi, incalzato dal suo difensore, avvocato Alessandro Petrillo, ha riferito di essere tuttora sospeso dal servizio, dall'ottobre 2012, "improvvisamente e senza sapere nulla - ha raccontato - il giudice amministrativo aveva bocciato la decisione della commissione di disciplina, ma proprio lo stesso giorno è arrivato il rinvio a giudizio e il direttore dell'Iss ha subito reiterato il suo provvedimento". Berardi ha spiegato come funzionava il suo lavoro e quello del suo collega, ossia che eseguivano i controlli nei cantieri in base alle direttive che impartiva il loro diretto superiore, ingegner Vincenzo Cesarini. La sua attività e quella del collega Mularoni la più proficua, ha aggiunto riportando alcune statistiche, ossia dal 2005 al 2009 aveva elevato 154 verbali, Mularoni 151, mentre un terzo collega arrivava solo a 34. Per giustificare le somme che gli sono state contestate nell'accusa, Berardi ha raccontato del suo hobby di appassionato filatelico e numismatico, che girava per mercatini per vendere materiale che acquistava e rivendeva da amatore, come francobolli, libri del Vaticano, antichi documenti. Attività comunque ora cessata, perché ha preferito riprendere gli studi, ha detto, gli mancano due esami alla laurea in giurisprudenza. "Da oltre un anno - ha concluso - prendo 1300 euro al mese, con due figli a carico e mia moglie disoccupata. Per fortuna ci aiutano i genitori". In ultimo, la commissione cosiddetta antimafia: “Non mi ha mai chiamato – ha assicurato – e non capisco perché”.

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