L'imprenditore ravennate Vincenzo Secondo Melandri, conosciuto come il “re del vino”, imputato a San Marino in un processo per riciclaggio di soldi per l'accusa di provenienza della malavita organizzata pugliese, è nuovamente nei guai per i suoi affari con la mafia foggiana. Una operazione della DIA, che ha individuato e disarticolato un gruppo criminale specializzato nel riciclaggio di capitali di provenienza illecita, ha portato ad un suo nuovo arresto in carcere.
Melandri era già stato arrestato nel giugno del 2012 all'interno dell'operazione Baccus, e da una rogatoria arrivata sul Titano all'interno di questa operazione è nata l'inchiesta sammarinese, al centro della quale ci sono i soldi.
Secondo l'accusa di provenienza illecita- che venivano trasferiti sul Titano facendo figurare operazioni commerciali con 'L'Azienda Vinicola Alla Grotta”: 23 milioni, 14 'scusati, 9 posti sotto sequestro'. A Melandri è stato contestato anche il reato di usura, avendo prestato denaro a tassi non legali a un imprenditore ravennate in difficoltà.
Il Gip di Ravenna ha oggi disposto anche il sequestro di un patrimonio stimato in oltre 20 milioni, tra cui tre società, investimenti finanziari e immobili nelle provincie di Ravenna e Foggia.
Melandri era già stato arrestato nel giugno del 2012 all'interno dell'operazione Baccus, e da una rogatoria arrivata sul Titano all'interno di questa operazione è nata l'inchiesta sammarinese, al centro della quale ci sono i soldi.
Secondo l'accusa di provenienza illecita- che venivano trasferiti sul Titano facendo figurare operazioni commerciali con 'L'Azienda Vinicola Alla Grotta”: 23 milioni, 14 'scusati, 9 posti sotto sequestro'. A Melandri è stato contestato anche il reato di usura, avendo prestato denaro a tassi non legali a un imprenditore ravennate in difficoltà.
Il Gip di Ravenna ha oggi disposto anche il sequestro di un patrimonio stimato in oltre 20 milioni, tra cui tre società, investimenti finanziari e immobili nelle provincie di Ravenna e Foggia.
Riproduzione riservata ©