Riccardi, suicidio in carcere: parla la famiglia

Riccardi, suicidio in carcere: parla la famiglia.
Parla la famiglia di Michele Riccardi, il 44enne riminese, ma residente a San Marino, coinvolto nella presunta estorsione ai danni del fratello del Presidente della Camera Laura Boldrini che ieri si è tolto la vita nel carcere di Ancona. Michele, scrive la famiglia, era un giovane presunto innocente in attesa di essere giudicato per un suo gesto dissennato. Ha vissuto l'esperienza di 2 mesi di carcere, soffrendo della assoluta assenza di attenzione nei confronti della sua personalità. Incensurato, con una vita regolare, non aveva – prosegue la famiglia – procurato danni ad alcuna persona ma, nonostante questo, era ritenuto pericoloso e perciò meritevole di rimanere in carcere in condizioni disumane insieme a criminali veri. Michele era un ragazzo sensibile, privo della forza necessaria per sopportare la terribile situazione in cui si è trovato. E' morto, conclude la nota, continuando a ripetere che lui non voleva fare del male a nessuno ed era innocente.

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