Riciclaggio: nuova udienza del processo contro il modenese Giuseppe Castelli
Che qualcosa non tornasse lo si era capito quando l'imputato, in sede di adeguata verifica, dichiarò di essere un semplice pensionato. Così il Direttore dell'Agenzia di Informazione Finanziaria, Nicola Veronesi, sentito oggi come testimone nel procedimento contro Giuseppe Castelli. L'accusa, nei suoi confronti, è di aver trasferito – sul Titano – 260.000 euro, distratti – secondo il Magistrato inquirente - da due società a lui riconducibili, poi fallite nel 2009. Davanti al Giudice Battaglino, Veronesi ha ricostruito i fatti che portarono alla segnalazione dell'AIF. La somma indicata era stata versata in contanti, su un conti accesi presso un istituto di credito sammarinese. Una parte minore fu prelevata tra il 2010 e il 2015; mentre i restanti 226.000 euro vennero utilizzati per acquistare obbligazioni triennali della banca. Nel marzo del 2015, tuttavia, Castelli ordinò il trasferimento dell'intera provvista su un conto a lui intestato presso la Armenian Development Bank di Yerevan. Destinazione sospetta, che fece scattare i controlli dell'AIF e successivamente il sequestro. Numerose, tuttavia, le obiezioni sollevate dal legale dell'imputato; in particolare in merito all'effettiva prova del reato presupposto. Depositata allora un'istanza istruttoria documentale e testimoniale. La Difesa, tra le altre cose, chiede venga sentito chi raccolse, all'epoca, l'adeguata verifica. Il Commissario della Legge – pur rilevando la tardività della richiesta – si è riservato di valutare l'istanza.
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