GIUDIZIARIA

Riciclaggio, si conclude con una assoluzione ed una condanna il processo a due imprenditori veneti

Assolto Paolo Carlon, condannato Giacomo Antonello a due anni e 6 mesi, 1 anno di interdizione, spese del processo e confisca delle somme sequestrate. Finisce così, in primo grado, la vicenda giudiziaria dei due imprenditori veneti -anche oggi non presenti in aula -, a processo a San Marino per riciclaggio. Carlon e Antonello, che insieme ad altri manager a fine 2015 rimasero coinvolti in una maxi inchiesta per frode fiscale e fatture false della Guardia di Finanza (coordinata dalla Procura di Padova), secondo l'accusa avevano portato sul Titano denaro in contante – circa 200 mila euro - ritenuto di provenienza illecita.

Fatti avvenuti prima del 2013, anno in cui entrò in vigore l'autoriciclaggio, nei quali come riconosciuto dalla Procura fiscale (che aveva chiesto 4 anni e 7 mesi per entrambi), c'era retaggio di una san Marino non completamente collaborativa. Più che l'operatività definita “piuttosto semplice”, nella requisitoria si è più volte richiamato i contenuti delle intercettazioni dell'inchiesta italiana, a conferma dei tentativi di schermare la provenienza della provvista depositata in contanti alla Bac. 

Tra gli argomenti forti delle difesa la mancanza di nesso temporale tra il deposito del denaro ed i procedimenti italiani, inutilizzabilità di intercettazioni che erano ancora stralci di trascrizioni della Polizia Giudiziaria, l'accertamento di un extra-patrimoniale passato attraverso quattro adeguate verifiche. Il commissario della legge Simon Luca Morsiani ha escluso il concorso e richiamando la sentenza del Collegio Garante, che ha introdotto l'istantaneità del reato di riciclaggio, e la legge che istituì l'autoricilaggio come misfatto nel 2013, ha assolto Carlon che movimentò piccole somme di denaro e solo fino al 2015 e condannato Antonello che ne movimentò invece di consistenti, fino al luglio 2018.

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