Un detenuto tunisino, per protesta contro il provvedimento di carcerazione che lo riguardava, ha inscenato un tentativo di suicidio nel carcere di Rimini. Lo riferisce il sindacato della polizia penitenziaria Sappe. Prima si è ferito alle braccia, poi è salito sul tavolino della cella e, dopo aver legato una corda alle inferriate della finestra, ha infilato la testa nel cappio e lo ha stretto attorno al collo, mentre continuava a tenere la lametta vicino alla giugulare minacciando di tagliarsi o di impiccarsi, se non fossero arrivati immediatamente avvocato e magistrato. "Questa situazione è andata avanti per oltre due ore - riferisce il Sappe - e solo grazie alla professionalità della polizia penitenziaria e alla capacità di mediazione della stessa si è riusciti ad evitare il peggio e ad accompagnare il detenuto nella locale infermeria per le cure mediche". Tutto ciò, ricorda il sindacato, a distanza di pochi giorni dall'aggressione di un agente della penitenziaria da parte di un detenuto e dal tentativo di suicidio di altri due. "Tali situazioni - rileva il Sappe - sono ormai all'ordine del giorno da parte dei detenuti e la polizia penitenziaria e' lasciata sola a se stessa, con una carenza organica di circa 30 unità. Mancano da tempo un direttore ed un comandante in pianta stabile".
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