Rimini, il Grande Fratello dello spaccio

Professionisti dello spaccio, non esitavano a utilizzare bambini per coprire i loro spostamenti, che venivano puntualmente registrati dalle telecamere che il Comune di Rimini ha installato nella zona di Borgo Marina, dove negli anni si è creata una comunità con alta percentuale di stranieri. La particolarità dell'operazione, al di là dei grandi numeri - 53 le ordinanze di custodia cautelare (51 in carcere, uno ai domiciliari e un ordine di restrizione, due minorenni coinvolti) è proprio nell'utilizzo di telecamere ad alta precisione. L'operazione si chiama Kebab Connection: lo spaccio infatti avveniva dentro e fuori i due locali di via Battisti e via dei Mille, ora chiusi. Alle persone arrestate, perlopiù tunisini e marocchini, non è contestata l'associazione. Spacciavano un po' di tutto, eroina cocaina e hashish ed ognuna per conto proprio: qualcuno più degli altri. Per 250 volte un tunisino è stato registrato cedere droga nei tre mesi di indagine, da maggio a agosto. Spacciavano anche ai ragazzini.
Le ordinanze sono ancora in corso di esecuzione: gli spacciatori sono perlopiù senza fissa dimora. Ma all'appello ne mancano meno di dieci. “Non bisogna abbassare la guardia – scrivono in un comunicato i commercianti dell'associazione Borgo Marina, che ringraziano la Polizia Municipale e invitano a proseguire i controlli: un borgo multietnico e multiculturale come il nostro ha bisogno di più attenzione degli altri”. Nel video l'intervista a Mariacarla Tavella, ispettore Polizia Municipale e Paolo Giovagnoli, Procuratore di Rimini

Sara Bucci

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