“Li dobbiamo fare fuori tutti, prima i francesi poi anche gli italiani”. Lo aveva urlato con rabbia – ai Casetti di Rimini – un detenuto egiziano di 32 anni, mentre i telegiornali stavano trasmettendo le immagini della carneficina di Parigi. Il nordafricano aveva chiesto asilo politico nel 2004, e 3 anni dopo si era sposato con una cittadina italiana. Poi una serie interminabile di reati: dalla rapina all'estorsione, dallo spaccio agli accoltellamenti... oltre ad evidenti segnali di radicalizzazione islamista. Nei giorni scorsi la misura cautelare in carcere era stata sostituita con l'obbligo di dimora a Rimini. A quel punto la Questura – vista la pericolosità del soggetto – ha proposto l'espulsione dal territorio nazionale. Il 32enne, questa mattina, è stato imbarcato su un aereo – ben scortato - e rispedito in Egitto. L'allerta, insomma, è molto anche in Italia, specie alla luce degli ultimi sviluppi delle indagini sulla strage del 13 novembre. Secondo Le Monde gli attentati a Parigi sarebbero stati coordinati a distanza da una persona rimasta in Belgio, che l'indagine degli inquirenti francesi non è riuscita a identificare. La polizia turca – intanto - ha arrestato ad Ankara due persone sospettate di far parte dell'ISIS e di aver pianificato un attacco suicida a Capodanno. Portata effettivamente a termine – invece – un'azione terroristica in Russia, nella Repubblica caucasica del Daghestan. Un gruppo di turisti è stato colpito da una pioggia di proiettili mentre visitava la fortezza di Naryn-Kala: sito Unesco. 10 di loro sono rimasti feriti; ha perso la vita, invece, un sottufficiale dei servizi di sicurezza. Le autorità ritengono che l'attacco sia stato effettuato da militanti di un gruppo armato che si vendica sui locali perché festeggiano il Capodanno.
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