Arriverà anche alla Corte dei conti la vicenda dei rimborsi per i ricoveri non necessari alla Sol et Salus, clinica convenzionata sequestrata venerdì pomeriggio dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Rimini. La Finanza, a indagine chiusa, ha infatti mandato tutto a Bologna per una puntuale valutazione del danno subito dai conti pubblici in quella che secondo gli investigatori delle Fiamme Gialle è stata una vera e propria truffa ai danni dello Stato.
Tre gli indagati: direttore generale, amministrativo e direttore sanitario. I soldi ricevuti dalla struttura indebitamente sarebbero almeno 6 milioni, tanto che sono scattati sequestri preventivi per equivalente che hanno portato al congelamento dei conti correnti della società della clinica, dove sono stati trovati circa 3 milioni di euro, oltre all'immobile dove sorge la struttura ospedaliera. La clinica comunque resterà operativa.
In due anni di indagini il nucleo di polizia tributaria della Gdf ha scoperto, dopo una segnalazione nel 2014 da un gruppo di pazienti di Modena, che da tutta Italia arrivavano a farsi curare ala Sol et Salus con solo una impegnativa del medico di base. I ricoveri fatti attraverso il sistema sanitario nazionale venivano quindi rimborsati alla clinica dall'Asl. La Gdf in due anni di indagini e dopo aver esaminato 5 mila cartelle cliniche, tra cui anche quelle di pazienti sammarinesi inviati dall'Iss, ha scoperto come alla Sol et Salus negli anni 2011 e 2012 erano stati ricoverati pazienti da tutta Italia con una semplice impegnativa di un medico curante, spesso senza un reale motivo sanitario per terapie "intensive" quindi molto costose che invece potevano essere fatte a casa o in ambulatorio. Questo, stando alle indagini, era stato possibile perché in molte Regioni, ma non in Emilia-Romagna, condizione necessaria per poter usufruire della convenzione in regime di riabilitazione è la prescrizione da parte di uno specialista fisiatra pubblico.
Che le spese alla Sol et Salus spesso fossero elevate lo dimostrerebbe anche la convenzione stipulata nel 2015 tra la clinica e l'Ausl di Modena in cui si fa riferimento al fatto che "verso la struttura 'Sol et Salus' si è registrato un flusso di pazienti modenesi il cui valore economico supera i 250.000 euro, tale da rendere necessario, ai fini del governo della mobilità sanitaria e della certezza della spesa, stipulare un contratto", ponendovi anche un limite di spesa.
Tre gli indagati: direttore generale, amministrativo e direttore sanitario. I soldi ricevuti dalla struttura indebitamente sarebbero almeno 6 milioni, tanto che sono scattati sequestri preventivi per equivalente che hanno portato al congelamento dei conti correnti della società della clinica, dove sono stati trovati circa 3 milioni di euro, oltre all'immobile dove sorge la struttura ospedaliera. La clinica comunque resterà operativa.
In due anni di indagini il nucleo di polizia tributaria della Gdf ha scoperto, dopo una segnalazione nel 2014 da un gruppo di pazienti di Modena, che da tutta Italia arrivavano a farsi curare ala Sol et Salus con solo una impegnativa del medico di base. I ricoveri fatti attraverso il sistema sanitario nazionale venivano quindi rimborsati alla clinica dall'Asl. La Gdf in due anni di indagini e dopo aver esaminato 5 mila cartelle cliniche, tra cui anche quelle di pazienti sammarinesi inviati dall'Iss, ha scoperto come alla Sol et Salus negli anni 2011 e 2012 erano stati ricoverati pazienti da tutta Italia con una semplice impegnativa di un medico curante, spesso senza un reale motivo sanitario per terapie "intensive" quindi molto costose che invece potevano essere fatte a casa o in ambulatorio. Questo, stando alle indagini, era stato possibile perché in molte Regioni, ma non in Emilia-Romagna, condizione necessaria per poter usufruire della convenzione in regime di riabilitazione è la prescrizione da parte di uno specialista fisiatra pubblico.
Che le spese alla Sol et Salus spesso fossero elevate lo dimostrerebbe anche la convenzione stipulata nel 2015 tra la clinica e l'Ausl di Modena in cui si fa riferimento al fatto che "verso la struttura 'Sol et Salus' si è registrato un flusso di pazienti modenesi il cui valore economico supera i 250.000 euro, tale da rendere necessario, ai fini del governo della mobilità sanitaria e della certezza della spesa, stipulare un contratto", ponendovi anche un limite di spesa.
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