Rimini: tentato omicidio, droga e minacce ad un Maresciallo

“Ci facciamo un aperitivo, una pizza, una birra” così si davano appuntamento per vendere la cocaina. Spaccio e detenzione di droga, queste le accuse che hanno portato all'ordinanza di custodia cautelare per cinque persone, eseguita dai Carabinieri del di Rimini, emessa dal gip, su richiesta del sostituto procuratore Luca Bertuzzi.
L'ordinanza arriva dopo un fatto di sangue, a conclusione di un'indagine partita dopo il tentato omicidio di Augusto Mulargia, il 5 aprile del 2016, quando un commando armato ha esploso due colpi di pistola contro il riminese per un debito di droga da 60.000 euro. Per il tentato omicidio sono state arrestate 3 persone: Attilio Zandatina Da Corte mandante, Cesare Giuffreda, 33 enne riminese, figliastro di Da Corte e Emanuel Karim Camaldo.
Durante quell'indagine i militari hanno scoperto i traffici gestiti da Da Corte, detto "Nonno Carabina", personaggio di spessore criminale, che all'età di 74 anni, ancora reggeva un giro d'affari e voleva rilanciarsi. Era lui infatti a fornire cocaina ai pusher Roberto Cardilli e al figliastro Giuffreda.
Una perquisizione nella sua casa e nella sua macchina hanno permesso agli investigatori di sequestrare 485 grammi di cocaina e circa 10.000 euro in contanti. Coinvolta anche la moglie di Da Corte, Tiziana Cappelli e di Ivano Russo, chiamato a lavorare col gruppo dopo i primi arresti in seguito al tentato omicidio. Dal carcere, Da Corte, fino a quando non è stato scoperto, ha continuato a gestire il traffico. In attesa di andare ai domiciliari, il capo del gruppo ha addirittura inviato una cartolina postale ad un suo complice, impartendo indicazioni e anticipando la volontà di vendicarsi nei confronti di uno dei Carabinieri che l'avevano mandato in prigione.
Intercettata la cartolina gli è valsa l'annullamento dei domiciliari. La banda ha venduto 2000 dosi di droga dal maggio al settembre del 2016, corrispondenti ad un giro di affari di 160 mila euro. La misura cautelare in carcere è stata notificata quindi a Da Corte e alla compagna Tiziana Cappelli, al figliastro di Da Corte, Cesare Giuffreda e a Roberto Cardilli. Per Ivano Russo è stata ordinata la misura dell'obbligo di firma. Nel video le interviste a Giuseppe Sportelli, Comandante Prov. Carabinieri Rimini.

VA

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