A Rimini udienza per Aeradria davanti al giudice fallimentare

6 milioni di euro stanziati da soggetti terzi - quindi attualmente non soci - e la conversione dei crediti in azioni. Questo ha proposto Aeradria al Tribunale fallimentare per poter ottenere sia lo stop alla procedura richiesta dal sostituto procuratore Gemma Gualdi lo scorso 23 maggio, sia l'ok al concordato preventivo. Un'udienza lampo, con la Procura che ha preso atto della nuova domanda della società che gestisce lo scalo riminese e si è riservata di vagliarla. La risposta è attesa in tempi brevissimi. Il nuovo concordato è il frutto dell'accordo tra soci e creditori. Principalmente questi 6 milioni di euro saranno destinati all'aumento di capitale. Una somma che sarebbe già coperta e che nei prossimi giorni potrebbe aumentare vista la disponibilità delle parti ad aprire a nuove adesioni. "E' l'inizio di una nuova era per Aeradria - ha dichiarato il legale della società Federico Dettori - con la piena collaborazione tra i soci attuali, che rimangono, e i creditori che a questo punto avranno un ruolo di maggioranza nella compagine societaria". Banca Carim ha giocato un ruolo decisivo. Parte di quei 6 milioni provengono, infatti, dall'istituto di credito, altri da privati. Già nero su bianco anche l'accordo con i principali creditori - banche e fornitori - di convertire i crediti in azioni. Manovra che chiuderebbe posizioni debitorie per 15 milioni di euro. “E che possono raggiungere e superare i 20 milioni a breve” – ha sottolineato il presidente Massimo Masini. Dunque, largo ai privati. In altre parole se il nuovo concordato passerà, la governance ora detenuta dalla compagine pubblica (Provincia in testa col 38%) passerà di mano, lasciando agli stessi enti pubblici una fetta vicina a quella prevista per legge di un quinto.

Silvia Pelliccioni

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