Rimini Yacht, Lolli a processo per truffa, estorsione e falso: "Non torno in Italia!"

Rimini Yacht, Lolli a processo per truffa, estorsione e falso: "Non torno in Italia!".
Giulio Lolli sarà processato il 1 ottobre davanti al tribunale collegiale di Rimini per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e estorsione e, a partire dal 21 maggio e poi il 5 novembre, davanti al tribunale monocratico per i reati di falso e truffa. L'ha deciso questa mattina il gup riminese Vinicio Cantarini che ha rinviato a giudizio Lolli, imprenditore nautico latitante in Libia, difeso dall'avvocato Antonio Petroncini, e altre 10 persone coinvolte a vario titolo nella corposa indagine suddivisa in diversi fascicoli, due dei quali per competenza territoriale saranno trasmessi alla procura di Bologna e a quella di Lucca. Due invece i patteggiamenti accolti dal gup, quello del sammarinese Stefano Fabbri, difeso dall'avvocato Maurizio Valloni, per 2 anni e 8 mesi pena non sospesa, e quello di Karolina Katarzyna Musial, difesa dall'avvocato Aldo Pancini, a 20 mesi pena sospesa. Fabbri, socio al 50% di Lolli, già assolto dal Tribunale sammarinese per la parte di competenza, secondo l'indagine dei carabinieri riminesi da amministratore unico della società Trade e Rent aveva permesso a Lolli di acquistare mediante leasing le imbarcazioni, senza mai entrarne in possesso, iscrivendole una prima volta nel registro navale. La stessa imbarcazione rimaneva nella disponibilità di Lolli che provvedeva ad una ulteriore vendita sempre mediante leasing ad un altro soggetto. Nel chiedere il rinvio a giudizio pm Davide Ercolani ha puntualizzato il ruolo di Lolli accusandolo di aver "distrutto la sua società ed essere scappato, di aver distrutto la nautica riminese ed essere scappato lasciando nei guai operai e famiglia. E' scappato senza aver mai ammesso le proprie responsabilità dimostrando di essere un fifone". Lolli che ha già patteggiato a Bologna 4 anni e 4 mesi per aver corrotto dei finanzieri incaricati di verifiche sulla sua società, Rimini Yacht, è in Libia da anni, lì avrebbe partecipato alla rivolta anti Gheddafi e ora lavora come consulente navale. Nel paese arabo non teme per la sua vita e ieri ha sentito telefonicamente l'avvocato Petroncini senza mostrare alcuna intenzione di tornare in Italia per affrontare il processo. (ansa)

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