San Marino condanna il noto medico riminese Bianchi

Venne radiato dopo l'operazione Anabolandia e Life Style

Il valore della sentenza sta nel precedente che può costituire, in un terreno inesplorato come l'indebito esercizio della professione Perché è di questo che oggi a San Marino doveva rispondere il noto medico riminese Vittorio Emanuele Bianchi, tra i protagonisti dell'inchiesta “Anabolandia” dei Nas nel 2011 e più recentemente, nel 2016, coinvolto in quella della Mobile di Rimini- sempre relativa agli anabolizzanti- denominata Life Style. Inchieste che portarono alla sua radiazione dall'albo italiano, annullata proprio di recente da un intervento della Cassazione.

Secondo l'accusa il professionista, che aveva con San Marino un legame solido, avrebbe qui proseguito la sua attività nonostante un divieto messo nero su bianco anche dall'Authority sanitaria, con un provvedimento mai impugnato né modificato nella sua previsione. E di cui lui era evidentemente a conoscenza, visto che durante un controllo – all'interno del day hospital "Il Sorriso"- era arrivato a nascondersi dentro ad un armadietto. Sulla sua attività professionale che proseguiva a San Marino, nonostante il clamore delle inchieste e la radiazione, aveva puntato il dito anche la politica, con una interpellanza di Rete. Seconda la difesa l'annullamento della radiazione a vita da parte della Cassazione, avrebbe dovuto per effetto domino fare decadere anche il provvedimento sammarinese. Ma il commissario della legge Roberto Battaglino ha condannato Bianchi, che non era presente, a due mesi di arresto ritoccando lievemente al ribasso la richiesta della Procura Fiscale.   

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