San Marino. Intercettazioni Morri-Casali: archiviato il caso

Gli accertamenti svolti non hanno consentito di raccogliere prove sufficienti. Questa la ragione per cui dopo oltre 3 anni di istruttoria il commissario della legge Laura di Bona ha chiesto l'archiviazione del caso. I fatti: a novembre 2010 il Brigadiere della Gendarmeria William Dall'Olmo riferisce, in un incontro informale, agli allora segretari di stato Morri, Casali e Mularoni di aver appreso dal gendarme Ivano Stefanelli che lo stesso Stefanelli effettuava intercettazioni sulla rete telematica dello stato, da una stanza all'interno della gendarmeria, senza precisare chi gliele avesse ordinate. 
Sullo sfondo, in quel periodo, imperversava il dualismo tra il comandante della Gendarmeria Zechini e il coordinatore di dipartimento Riccio che aveva riflessi e input anche a livello politico, fa notare il difensore di Stefanelli, l'avvocato Antonio Masiello. 
Dopo le rivelazioni di Dall'Olmo, che ha riferito ai segretari di stato circostanze assolutamente riservate ma, come si evince dall'ordinanza, corrispondenti al vero, il commissario Di Bona ha disposto sequestri di computer e quant'altro a casa del gendarme Ivano Stefanelli e in Gendarmeria. Ma non sono stati ottenuti riscontri sufficienti per confermare le accuse di intercettazioni abusive. Sui conti di Stefanelli nessun movimento bancario anomalo e alla sua compagna ha detto di aver volutamente mentito a Dall'Olmo, perché gli "gli sta antipatico". Nell'ordinanza d'archiviazione, datata 29 novembre 2013, viene rilevata una "grave lacuna" dell'ordinamento giudiziario e cioè la mancanza di una norma precisa che vieti e sanzioni l'abusivo accesso ad un sistema informatico o telematico.

LS

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy