San Marino: ripreso il processo SMI

Si torna in Aula per il processo SMI: alla sbarra il Conte Enrico Maria Pasquini ed Eugenio Bonfrate, rispettivamente presidente e direttore della società, coinvolta nell'inchiesta italiana Amphora che riguarda movimentazioni miliardarie tra Italia, San Marino e paradisi fiscali, tra cui Madeira. Sentiti in qualità di testi gli ispettori dell'autorità di vigilanza di Banca Centrale sui controlli eseguiti. Ci si concentra in particolare su due ispezioni effettuate in SMI nel 2010, ma soprattutto nel 2011: in quell'anno, infatti, furono riscontrati degli incagli, ovvero crediti anomali o comunque situazioni di difficile recupero del debito da parte della società. In proposito, su input della difesa, si è fatto riferimento alla presenza di due regolamenti: l'informativa del 2008 che prevedeva l'obbligo alle sole banche di segnalare crediti incagliati o anomali e non riguardava le finanziarie, successivamente introdotte però nella normativa a partire dal 2011. Dunque prima di quel periodo, in sostanza, Banca Centrale non era tenuta a fare controlli. Ascoltata anche l'Avvocato Gianna Burgagni in qualità di commissario liquidatore di SMI, costituitasi parte civile nel procedimento. Sottolineato il fatto che Bonfrate (presente oggi in Aula) ricoprisse il ruolo di direttore sia nella società SMI, sia nelle due società portoghesi Intersmi e Ilha Das Pontas, con sede legale a Madeira e poste in liquidazione nel settembre di quest'anno. Le due società portoghesi sono accusate di esercizio abusivo dell'attività finanziaria, portata avanti nonostante l'ampio oggetto sociale di cui disponevano non lo prevedesse, e senza le dovute autorizzazioni da parte della Banca Centrale sammarinese. Secondo l'inchiesta italiana, Intersmi e Ilha fungevano da schermo di secondo livello per dirottare soldi di risparmiatori italiani verso Madeira e altri paradisi fiscali. Il processo sammarinese è stato aggiornato dal Commissario della Legge, Alberto Buriani al 3 febbraio 2014. Nei giorni precedenti l'udienza, il giudice aveva già disposto l'ampliamento del capo d'imputazione in termini temporali, allungando di fatto il periodo di riferimento dei reati contestati.

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