Scoperto traffico rifiuti pericolosi, 30 indagati a Rimini

Provenivano anche da San Marino i rifiuti pericolosi smaltiti illegalmente nel riminese. L'operazione di Polizia Municipale e Guardia di Finanza, si chiama Heavy Metal. Trenta indagati in tutto. Per coprire gli affari illeciti era stata creata una cooperativa ad hoc.

30 persone indagate per associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti pericolosi, tossici come l'amianto, stoccati e smaltiti in sette aree di Rimini da un'organizzazione formata da italiani e rumeni, da anni dediti ad un traffico redditizio ma illegale. Anni d'indagine, partita nel 2011 da un normale controllo stradale della Polizia Municipale che fermò diversi camion che trasportavano rifiuti ferrosi, per ricostruire un traffico illegale- i rifiuti venivano ritirati anche a San Marino- e la cui mente e braccio sono risultati appartenere ai vertici di una ditta di Gambettola, arrestati nel 2014 per estorsione nei confronti di lavoratori stranieri. Si tratta del titolare Marcello Spada e del suo collaboratore Davide Gerardi: la misura cautelare nei loro confronti costò 60 giorni di sospensione della licenza all'azienda di Acquaviva “Metal World” di cui risultavano entrambi soci.
Con la cooperativa Metalcoop creata ah hoc, i vertici della associazione avevano garantito una facciata di legalità all'organizzazione di struttura piramidale che collegava diversi soggetti – da rom di etnia sinti ad italiani- coinvolti a vario titoli nello stoccaggio e nello smaltimento a Rimini. La cooperativa in questione si occupava anche del porta a porta da privati e attività come gli alberghi, per poi affidarli alla ditta Spada, dove veniva smaltito il solo materiale ferroso.
Un'attività illecita, rischiosa per ambiente e salute, proseguita anche dopo il bonifico delle aree da parte di Arpa.
Nel video l'intervista a Carla Tavella, Ispettore Capo Polizia Municipale

Sara Bucci

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