In Siria proseguono i raid aerei governativi – in vista di una imminente offensiva – sulla sacca ribelle di Est Ghuta, dove è forte la presenza di milizie jihadiste e legate ad al-Qaeda, trincerate in profondità in zone abitate. Ieri l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani – organizzazione vicina alle opposizioni – aveva parlato di 250 vittime, tra le quali molti civili. I morti, oggi, sarebbero 10. Una situazione che ha spinto il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, a chiedere la sospensione immediata di tutte le attività belliche nella zona. Tensione alle stelle, intanto, nel cantone di Afrin, dopo l'afflusso di truppe sciite a sostegno dei curdi, attaccati da Ankara. Il rischio è quello di una guerra aperta tra Turchia e forze siriane. Di queste ore, tuttavia, una notizia che apre uno spiraglio al dialogo, invocato dai russi. “Se circostanze straordinarie lo richiedono – ha dichiarato infatti il portavoce di Erdogan - le nostre unità di intelligence possono stabilire contatti con Damasco”.
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