Spaccio stupefacenti: condannato a 2 anni e 4 mesi Mirco Rossi
Era considerato da alcuni figura centrale dell'operazione antidroga messa a segno dalla Polizia Civile nel gennaio 2018. Disposta, dal Giudice Buriani, anche una sostanziosa confisca per equivalente
Venne chiamata “Over 40” l'operazione che portò all'arresto di Mirco Rossi, e di un uomo – ritenuto suo “cliente” - finito nei guai dopo che la compagna aveva chiamato il 112, per una lite. L'indagine – nata dunque in modo casuale - portò alla luce uno spaccato sociale, a San Marino, fino a quel momento poco conosciuto: quello del consumo di stupefacenti anche da parte di persone adulte, spesso con una famiglia. Oggi il processo, nei confronti del 49enne residente a Dogana, accusato di aver ceduto “sistematicamente, a fini di lucro, cocaina, e in una occasione marijuana, a numerosi acquirenti anche sammarinesi”. In apertura la testimonianza del Vice Direttore dell'AIF. Tra i punti nodali dell'udienza, infatti – non essendovi grossi dubbi sulla raggiunta prova dell'attività di spaccio -, un sequestro per equivalente di circa 300.000 euro, già disposto dal magistrato inquirente e confermato in appello. Il teste ha affermato che dal 2005 al 2018, sul conto corrente dell'imputato, furono effettuati versamenti in contanti per complessivi 326.000 euro. Importo che – ha sottolineato il dirigente dell'Agenzia – apparirebbe incompatibile con l'attività di Rossi, che risultava dipendente dell'AASS. L'avvocato difensore, però, ha ricordato come il proprio assistito avesse attività parallele, ad esempio lavori estivi nel riminese; oltre ad una percentuale sui guadagni di un bar.
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“Non si può considerare ogni versamento di denaro – ha aggiunto – di natura illecita”. Sentito dal Commissario della Legge, Rossi ha detto che gran parte di questi “introiti extra” erano destinati a soddisfare la sua passione per gli orologi di lusso; come i rolex rinvenuti nel suo appartamento il giorno dell'arresto. Nella requisitoria il Procuratore del Fisco ha chiesto una condanna a 3 anni e 6 mesi di prigionia, pur riconoscendo l'atteggiamento collaborativo dell'imputato, che, fra le altre cose, dando un nome ed un cognome, alle semplici iniziali dei “clienti”, indicate nelle sue agendine, permise di individuare i sammarinesi che acquistarono stupefacenti. “Il volume dello spaccio non era così ampio come si presume”, ha sottolineato tuttavia la Difesa; secondo la quale vi erano 7-8 clienti che acquistavano quantità contenute. Il ritorno economico dell'attività illecita, insomma, ad avviso del legale – che ha anche ricordato l'assenza di precedenti specifici -, sarebbe di molto inferiore ai 300.000 euro indicati dagli inquirenti. Quanto al sequestro per equivalente ha dichiarato poi come non sia accettabile “l'inversione dell'onere della prova”; richiamata, inoltre, la giurisprudenza applicata nell'appello “Chironi”. Il Giudice Buriani ha deciso infine per una condanna a 2 anni e 4 mesi di prigionia, oltre alla confisca diretta delle somme sequestrate e a quella, per equivalente, fino a 282.000 euro. Stralciata, nel corso dell'udienza, la posizione del coimputato: un 38enne nato negli Stati Uniti, che avrebbe consumato cocaina presso l'abitazione di Rossi. Il procedimento nei suoi confronti si celebrerà a febbraio. Possibile la concessione dell'esperimento probatorio, cui avrebbero beneficiato gli altri individui ritenuti “clienti” del 49enne.
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