Stremata fisicamente e annientata psicologicamente, dovendo fra l'altro convivere per un lungo periodo con la paura di aver contratto l'Hiv dal compagno sieropositivo che la picchiava e la teneva segregata in casa. È il dramma che ha dovuto affrontare per oltre un anno una donna sulla quarantina, residente nel riminese. Oggi l'uomo, in carcere dalla scorsa estate, è stato condannato a quattro anni e otto mesi, al risarcimento di 30mila euro all'interdizione dai pubblici uffici. I rapporti tra i due si erano incrinati alla fine del 2014 e da quel momento la donna ha iniziato a subire una escalation di violenze, dalla frattura del setto nasale a quella dell'osso sacro fino alle frequenti "segregazioni" a casa di lui: veniva chiusa in una stanza con le inferriate dalla quale le era impossibile uscire. Poi l'incubo più brutto, quello di aver contratto l'Hiv. La donna ha scoperto per caso che il compagno ne era affetto avendo trovato in casa le pillole per tenere sotto controllo il virus. Lui non lo aveva mai confessato alla donna, con la quale aveva rapporti non protetti. Lei si è sottoposta a tutti gli esami del caso ed è risultato che non è stata contagiata. Se da una parte ha potuto tirare un sospiro di sollievo, dall'altra ha dovuto continuare a fare i conti per alcuni mesi con la violenza del compagno che si accaniva contro di lei, soprattutto dopo aver bevuto. Trovato il coraggio per sporgere denuncia ai carabinieri, all'inizio del 2016, la donna è stata ospitata a casa di un amico dove alloggia tuttora.
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