Terremoto Aquila: la ricostruzione che non c'è. La fiaccolata della memoria stanotte con 10 mila persone

L'Aquila non si muove e condanna. Tra i luoghi e la polvere sfila questo striscione, portato da alcuni familiari delle vittime, con lo slogan "il fatto non sussiste, ma uccide" in riferimento alla sentenza della Corte d'Appello che ha assolto sei dei sette componenti della Commissione Grandi rischi. Sono passati sei anni dal terremoto che ha ucciso 309 persone, causato 1600 feriti e 70 mila sfollati. Oggi sono 16mila gli aquliani fuori dalle loro case. Il premier Renzi scrive su facebook che "La natura non si può controllare, la politica va controllata centimetro dopo centimetro. Dopo troppe promesse, siamo finalmente passati all'azione". 10mila persone hanno sfilato in silenzio e con le fiaccole in mano hanno raggiunto, come in una via crucis, piazza Duomo. Quello che pesa è il dramma della ricostruzuione a due velocità: i nuovi quartieri sono in piedi ma nel cuore della città siamo al 3%, nelle frazioni e nei comuni siamo a zero.
"Si possono fare duemila fiaccolate ma se lo Stato non cambia se stesso, non cambierà mai niente". ?Così Vincenzo Vittorini, consigliere comunale del movimento civico 'L'Aquila che vogliamo', che non approva la nomina del governo di Fabrizio Curcio, nuovo capo della protezione civile nazionale. Il clima tra i famigliari delle vittime si era già scaldato nei giorni scorsi per l'arrivo della lettera di Franco Gabrielli nella quale si chiedeva la restituzione dei soldi delle provvisionali decise dal giudice dopo la condanna in primo grado dei sette componenti della Commissione Grandi Rischi, poi quasi tutti assolti in appello fatta eccezione per l'allora vicecapo della Protezione Civile, Bernardo De Bernardinis.
VA

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