Tragedia Egyptair: il mistero si infittisce

Le Forze Armate Egiziane hanno diffuso le immagini di quanto ritrovato in giornata nel tratto di mare 300 chilometri a nord di Alessandria. Rottami, effetti personali, giubbotti di salvataggio. Al momento è tutto ciò che resta dell'Airbus della Egyptair, precipitato giovedì notte con 66 persone a bordo. Di oggi la notizia anche della localizzazione delle scatole nere; nel pomeriggio, però, la smentita da parte di un alto funzionario dell'aviazione civile egiziana. Il ministro agli esteri francese Ayrault dichiara di volere “tutta la verità; nient'altro che la verità”; ma per ora il quadro è confuso e contraddittorio. La pista dell'ordigno a bordo appare la più probabile, ma non è ancora giunta alcuna rivendicazione. Investigatori francesi hanno confermato la presenza di fumo in diverse parti del velivolo, prima che precipitasse con 66 persone a bordo. Le cause, hanno aggiunto, restano però incerte. C'è poi il mistero dei 50 minuti di silenzio radio, sottolineato dalla BBC. L'aereo era scomparso dai radar alle 03.39, ora di Atene. I controllori del traffico aereo della capitale ellenica avevano comunicato con il pilota alle 02.48. Quaranta minuti dopo, alle 03.27, avevano provato a rimettersi in contatto, ma le chiamate erano rimaste inspiegabilmente senza risposta. C'è chi ha pensato, allora, ad un suicidio del pilota o ad un tentativo di dirottamento. Ma esiste anche un'altra ipotesi – rilanciata da alcuni organi di stampa – e sulla quale le autorità mantengono un silenzio tombale. Nell'area della sciagura, infatti, sarebbero state in corso – in quelle ore - esercitazioni militari congiunte greco-egiziane. Le due brusche manovre dell’Airbus registrate dai radar, allora, potrebbero spiegarsi con il tentativo repentino di evitare qualcosa. Tutte speculazioni che tuttavia, al momento, non trovano alcuna conferma