Tribunale: cartelle esattoriali non pagate; in 3 a processo

Giornata di udienze, in Tribunale. Condannato imprenditore a 50 giorni di multa pari ad euro 3.500

Udienze simili rappresentano una sorta di termometro della crisi, che negli anni ha colpito con durezza varie piccole imprese. E questo al netto del ciclone Covid, e i conseguenti gravi affanni – se non l'impossibilità, per alcuni – di far fronte a precedenti pendenze fiscali. Paradigmatico il caso di un 60enne, originario della Serbia, che aveva un'attività nel Centro Storico. Risulta intestatario di sette cartelle esattoriali esecutive; relative – come per tutti gli altri casi trattati in mattinata - ad oneri previdenziali e sociali non versati. Poco meno di 13.000 euro l'ammontare complessivo; gli ultimi pagamenti – ha riferito il responsabile dell'Esattoria di BCSM, chiamato come teste – risalivano al settembre 2019; poi una sorta di blackout.
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La Difesa ha tuttavia parlato della volontà, del proprio assistito, di versare almeno una parte delle somme dovute, che permetterebbe di scendere quantomeno sotto la soglia di penale rilevanza, fissata a 10.000 euro. Concesso, allora – dal Giudice Morsiani – un rinvio; così come per la moglie, del precedente imputato; in questo caso una cartella era stata nel frattempo pagata, facendo scendere il debito a 10.700 euro. Più consistente, invece, quanto dovuto da un imprenditore di 61 anni residente a Dogana. 7 cartelle, per un totale di 90.000 euro. Si è finiti a giudizio dopo la sua opposizione ad un decreto penale. L'uomo ha parlato di come, dopo problemi di salute, avesse ripreso in mano le sorti dell'azienda della quale è legale rappresentante; ripagando varie pendenze con l'esattoria, anche tramite la vendita di un capannone, e impegnando beni personali. Poi l'arrivo di una grossa commessa, che avrebbe permesso di azzerare il debito. A compromettere tutto, però – ha affermato –, le dimissioni in blocco e senza preavviso dei dipendenti.
La Difesa ha ricordato come sia già stata intentata una causa civile, contro ex soci dell'imputato, per concorrenza sleale. Le cartelle esattoriali, inoltre – è stato aggiunto dai legali – erano intestate alla società, e non alla persona fisica dell'assistito. Da qui la richiesta di assoluzione. Di diverso avviso, tuttavia, la Procura del Fisco, che citando alcuni precedenti ha rimarcato come sia l'amministratore a dover rispondere; sottolineando poi come in questo caso non incidano le asserite cause di forza maggiore, trattandosi peraltro di fondi previdenziali non versati. Il Commissario della Legge, infine, ha condannato l'imputato a 50 giorni di multa pari ad euro 3.500; come richiesto dal PF.
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