Tribunale: condannati a 4 anni e 2 mesi commercialista forlivese ed il figlio accusati di riciclaggio

A sentenza oggi anche un processo relativo ad una vicenda non infrequente, nel mondo del web: biglietti per un concerto messi in vendita, da un utente, e mai consegnati

Probabilmente non credettero ai propri occhi, 2 giovanissime sammarinesi, quando navigando on-line si imbatterono nell'annuncio tanto desiderato: biglietti per un concerto a Bologna di Ultimo – il loro idolo – messi in vendita da un utente social. Venne contattato, i genitori delle ragazze pagarono; ma dei ticket neppure l'ombra. Un classico, purtroppo. C'è chi incassa la delusione e volta pagina. Non le parti lese, che denunciarono. Da qui il processo nei confronti di un 30enne del Milanese. Questa mattina l'epilogo. La Difesa ha annunciato l'avvenuto risarcimento del danno e la conseguente remissione di querela. Chiesto dunque il proscioglimento, ritenendo possibile una derubricazione dei fatti da truffa – procedibile d'ufficio – a frode nell'esecuzione dei contratti. Di altro avviso la Procura del Fisco, che ha invocato una pena a 6 mesi; sostenendo peraltro come sul conto dell'uomo risultassero altre movimentazioni riconducibili alla vicenda. “Non doversi procedere”, alla fine, la sentenza del Giudice Saldarelli; che ha dunque accolto la tesi difensiva.

A seguire un nuovo step del procedimento nei confronti di Giovanni Valter Burani: figlio di Mariella Burani, da cui prese nome il celebre Gruppo nel campo della moda. Anni fa il crac. Secondo gli inquirenti l'imputato avrebbe trasferito sul Titano fondi derivanti da abuso di informazioni privilegiate: caso interessante sul piano giurisprudenziale. Contestata la compravendita – tramite un mandato fiduciario – di azioni di società di cui era consigliere, o presidente del CdA, e riconducibili al Gruppo. Tesi accusatoria radicalmente contestata, però, dal team difensivo; molto assertivo anche nel corso dell'odierna testimonianza del Direttore AIF. Sempre per presunto riciclaggio un altro processo, giunto invece a sentenza. Virtualmente alla sbarra un commercialista forlivese ed il figlio. Nella requisitoria la PF ha parlato di oltre 870.000 euro transitati in Repubblica, di ingenti prelevamenti in contanti, delle vicissitudini giudiziarie del professionista - in Italia - per ipotesi di reato quali la bancarotta fraudolenta. Agli antipodi la versione della Difesa, che ha chiesto assoluzioni con formula piena. Il Commissario della Legge ha optato invece per una doppia condanna a 4 anni e 2 mesi di prigionia, relativa alle condotte successive all'introduzione a San Marino del reato di autoriciclaggio. Prevista anche la confisca di quanto sequestrato; e quella per equivalente delle somme residue rispetto a quelle indicate nella sentenza.

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