In tribunale testimonia Valerio Staffelli di Striscia la Notizia
Ha elogiato la rapidità della giustizia sammarinese Valerio Staffelli, inviato del tg satirico “Striscia la Notizia”, al termine dell'udienza che lo ha visto protagonista come testimone. E' stato anche allo scherzo con uno degli imputati, che voleva restituirgli il famoso tapiro d'oro. Il processo nasce dal servizio di Canale 5 del marzo 2011: Staffelli davanti al giudice Felici ha confermato quanto già dichiarato ai carabinieri di Monza, ossia di aver utilizzato due attori minori di 14 anni, maschio e femmina, dotati ognuno autonomamente di microcamera per entrare nei due negozi di Serravalle e Città e mostrare la vendita di un pugnale e di una balestra, oggetti tutt'altro che adatti a dei minorenni. La segnalazione, a “Striscia”, era arrivata da due genitori che avevano visto tornare i figli da una gita scolastica a San Marino con armi pericolose. Staffelli, in aula, si è rifiutato di rivelare i nomi dei due piccoli attori, per tutelarli, nonostante il giudice Felici l'abbia messo in guardia sul rischio di essere accusato di reticenza. “Li farò solo a lei in separata sede, mai pubblicamente”, ha aggiunto Staffelli, che si è detto invece disponibile a ricercare per il tribunale, entro due mesi, le immagini originali del servizio, che “Striscia la Notizia” non ha procurato nonostante la richiesta dell'autorità giudiziaria. Il Procuratore del Fisco Roberto Cesarini, che in fase preliminare voleva chiedere il rinvio degli atti in istruttoria perché il servizio era stato realizzato nell'aprile 2010, dunque un anno prima della data riportata nel capo d'imputazione, ed anche per richiedere l'acquisizione del filmato originale, di comune accordo col giudice ha ritenuto opportuno attendere dunque la scadenza dei due mesi prima di prendere qualsiasi decisione. Staffelli ha mostrato soddisfazione per l'epilogo del suo lavoro: “Spesso la gente ci chiede cosa accade dopo i nostri servizi, questa è una risposta, il processo verificherà i fatti, cose che per noi non devono accadere”.
Francesca Biliotti