Truffa fondi pensione Iss e Fondiss: 5 anni e 10 mesi a Daniele Guidi e risarcimento alle parti civili
Scontato il ricorso in appello. Rinviati atti al giudice inquirente per testimonianza Ceccarelli.
5 anni e 10 mesi di prigionia: una condanna pesante per l'ex direttore di Banca Cis Daniele Guidi, quella decisa dal Giudice Adriano Saldarelli, dopo quasi un'ora e mezza di camera di consiglio. Due mesi in più rispetto alla richiesta della PF Giorgia Ugolini ma anche risarcimento del danno da quantificarsi in sede civile. Le parti civili avevano chiesto complessivamente circa 81 milioni di cui 5 per danni morali e 76 per danni patrimoniali, pari al buco da oltre 60 milioni nei fondi pensione e quasi 16 in Fondiss. Il Giudice ha anche confermato i sequestri già eseguiti nei confronti di Guidi e rinviato gli atti al giudice inquirente per valutare se sia ravvisabile il reato di falsa testimonianza per Beatrice Ceccarelli, una teste portata dalla difesa dell'unico imputato. Sulle incongruenze nella deposizione della donna si era soffermato lungamente il collegio difensivo dell'Eccellentissima Camera formato dall'avvocato Moreno Maresi e dagli avvocati Sabrina Bernardi e Simona Ugolini, dell'Avvocatura dello Stato. Soddisfazione per la sentenza anche da parte di tutte le altri parti civili costituite e cioè il Consiglio di Previdenza Iss, Fondiss, il veicolo pubblico di segregazione dei fondi pensione e la società di gestione di ciò che è rimasto di Banca Cis, dopo il processo di risoluzione. Anche oggi Daniele Guidi era assente. Il suo collegio legale, concludendo l'arringa, aveva chiesto il proscioglimento e la non ammissione delle parti civili. Scontato il ricorso in appello.
Sugli amministratori di Banca CIS "una prima sentenza di portata storica". Così Rete, che parla di "punto di svolta". Non è lontano il tempo – scrive - in cui i “poteri forti” erano immuni da qualsiasi accusa. L’aria è cambiata – afferma Rete – grazie alle sue battaglie politiche contro “la cricca” e al nuovo clima di serenità e fiducia portato in Tribunale dal dirigente Giovanni Canzio. Non c’è più immunità per chi non rispetta le leggi e per chi crea danni al Paese. Questa sentenza – conclude il movimento - diventa un monito per chiunque volesse ancora provarci.
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