Foiba: un termine che le genti del confine orientale italiano conoscono bene, nonostante decenni di silenzio di stato, in nome della realpolitik. Oltre 10.000 persone – anche a guerra terminata – vennero gettate nelle cavità carsiche, dai partigiani jugoslavi di Tito. Non vennero trucidati solo i fascisti; la vergogna delle foibe non fu altro che la parte più cruda di un disegno metodico di pulizia etnica. 350.000 italiani dell'Istria, di Fiume, della Venezia Giulia e della Dalmazia furono costretti a fuggire dalle proprie case. In Italia, in troppi casi, incontrarono ostilità e rifiuto. Solo nel 2004, con l'Istituzione del “Giorno del Ricordo”, venne reso omaggio alle vittime di questa tragedia. Le celebrazioni sono iniziate questa mattina, in Senato, con il Coro del Liceo Scientifico e Musicale “Marconi” di Pesaro, che ha aperto i lavori eseguendo l'Inno Nazionale e il “Va' Pensiero”. “Ricordiamo sempre le vittime delle foibe – ha dichiarato il Premier Matteo Renzi - e i nostri fratelli e sorelle che furono costretti a lasciare la loro terra”. Anche San Marino – anni fa - aveva istituito questa ricorrenza, dopo un apposito Ordine del Giorno. Ma nulla è stato organizzato; silenzio totale anche da parte delle Autorità. Non è una novità: anche nel 2013 venne completamente dimenticato il “Giorno del Ricordo”
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