11 gennaio 1999: muore Fabrizio De André
Da giovane sregolato, ma borghese, il suo successo, quello vero, nasce dalla “Canzone di Marinella”. Non tanto dalla canzone in sé, per quanto bella e struggente, ma dall'interpretazione, magistrale, di Mina (“Ringrazio Mina per aver truccato le carte a mio favore e soprattutto a vantaggio dei miei virtuali assistiti”, scrisse più avanti Fabrizio).
Già tanti, troppi articoli e volumi hanno raccontato la sua vita e le sue canzoni. A noi basta soffermarci un po' sull'ultimo disco, scritto con Ivano Fossati: “Anime salve”. Definito, a ragione, il testamento spirituale di De André, viene distillato con abile sapienza tutto il suo “credo”.
Il titolo stesso, che significa “spiriti solitari”, racconta la solitudine, il distacco, la minoranza e quindi la libertà. “Smisurata Preghiera”, brano che chiude l’album, è forse la summa dell’intero pensiero di De Andrè, una preghiera appunto, per tutti coloro che egli ha sempre seguito, aiutato, amato, difeso, e per tutti quelli che hanno creduto in lui fino alla fine: gli ultimi. La canzone è anche un’invocazione a Dio, al quale chiede di non dimenticarsi di tutti i disobbedienti alle “leggi del branco”, di tutti coloro che hanno avuto il coraggio di seguire soltanto la propria strada senza uniformarsi agli schemi sociali consueti.
Fabrizio se n'è andato per malattia a 59 anni, come tanti, ma sempre "in direzione ostinata e contraria", come pochi.
fm