26 anni per l'Università di San Marino
Si rinnova la tradizione, ma i tempi cambiano. Gli studenti si chiedono con preoccupazione sempre maggiore quali sbocchi occupazionali potranno avere in futuro, le famiglie fanno sempre più fatica a pagare le rette. Ed è proprio in questa delicata fase di trasformazione economica, culturale e sociale che il Rettore Giorgio Petroni chiede alla politica di 'credere' nell'università. Di insistere su quel percorso di accreditamento internazionale intrapreso 'a schiena dritta', senza la pretesa di risultati nell'immediato, con l'obiettivo di vedere riconosciuti in tutta Europa i titoli rilasciati.
L'ateneo chiede poi qualcosa di più concreto: nuovi spazi. Quelli attuali si fanno ristretti per i nuovi numeri: 5 facoltà e 2 dottorati di ricerca, gli studenti passeranno presto da 500 a 2000 . Sulla frammentazione delle sedi insiste anche il neo Segretario Morganti che annuncia anche una gestione dalle risorse più orientata alla ricerca e alla didattica. L'imperativo tuttavia, nel futuro prossimo e in attesa di un altro passo avanti verso il Parco Scientifico Tecnologico, sarà uno solo: consolidare. Più avanti la possibilità di tentare l'inesplorato: area finanziaria ed alle Scienze Umane.
Ma è sulla stretta correlazione tra formazione, crescita e sviluppo di un Paese che si insiste. E ne è un esempio la lectio magistralis del rettore dell'università di Trieste. Tutta incentrata sulle opportunità di sviluppo che anche San Marino potrebbe avere con un progetto di infrastruttura come il Corridoio Adriatico
Nel video l'intervista a Giacomo Barruso, Rettore emerito Università Trieste
Sara Bucci