28 Luglio 1943: San Marino riconquista la Libertà
81 anni fa il Titano si liberò dal regime fascista; riprendendo il proprio secolare cammino di libertà
Tutto avvenne in rapida successione – come una sorta di effetto domino -, mentre l'intera Europa era dilaniata dal più spaventoso dei conflitti. Con l'Italia ormai in ginocchio il 25 luglio del '43 Benito Mussolini venne sfiduciato dal Gran Consiglio. Per il fascismo sammarinese – fin da subito in posizione ancillare, rispetto a Roma – era di fatto l'inizio del conto alla rovescia. Rapidissimo. A dimostrazione di come quell'esperienza socio-politica fosse aliena al dna valoriale della Repubblica. Già due giorni dopo un manifesto a firma dei Capitani Reggenti Marino Michelotti e Bartolomeo Manzoni Borghesi, annunciava lo scioglimento del Partito.
Il taglio netto all'indomani, quando migliaia di persone – di tutti i Castelli, di ogni estrazione sociale – si riunirono al Teatro Concordia di Borgo. Un grande comizio popolare, che stilò un ordine del giorno subito consegnato ai Capi di Stato. Si chiedeva lo scioglimento del Consiglio Fascista e l'istituzione di un Governo Provvisorio, in attesa di nuove elezioni. Il pomeriggio dello stesso 28 luglio si sarebbe poi tenuta la prima seduta del Consiglio di Stato, che per la cronaca portò il numero dei propri componenti da 20 a 30. Un epilogo incruento, quello del ventennio. Di lì a poco – come logica conseguenza - lo scioglimento della Guardia Repubblicana e delle varie organizzazioni giovanili fasciste. Fu il ritorno della speranza; capace di scacciare il dolore e l'esasperazione della guerra. Purtroppo solo momentaneamente. Undici mesi dopo l'orrore: il bombardamento aereo inglese che seminò lutti e distruzioni.
Ma quel 28 luglio del 1943, in Repubblica, sarà per sempre ricordato come una sorta di ritorno a casa: a quel concetto di Libertà di cui il Titano ha sempre fatto il proprio vessillo.
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