Tre giorni dopo la sfiducia del Gran Consiglio e le inevitabili dimissioni di Mussolini, a San Marino si tenne un grande comizio popolare: il teatro Concordia di Borgo era colmo di gente del popolo (artigiani, agricoltori, casalinghe, ed impiegati). Fu sciolto il Partito Fascista Sammarinese, e a partire dal 4 agosto la Guardia Repubblicana e le varie organizzazioni fasciste; la spinta liberatoria degli eventi suggerì da subito elezioni anticipate, che avvennero in tempi stretti, il 5 settembre. Insomma il ventennio del fascio sul Titano ebbe un epilogo simile a quello italiano, ma la sua storia fu diversa sotto molti aspetti. Ciononostante, riascoltando le testimonianze di chi ai tempi riempì il teatro Concordia, fu un giorno di 'liberazione'. Anche per questo da quest'anno si chiama festa della Libertà. Il 28 luglio non celebra più solo l'anniversario di una caduta. Undici mesi dopo San Marino fu colpita al cuore da quattro squadroni di bombardieri inglesi che con 263 bombe uccisero 63 persone e violarono la neutralità di San Marino. Sarebbe forse più facile non dimenticare l'orrore. Ma il 28 luglio del 43 fu un giorno di festa e di speranza, in cui San Marino riconquistò le sue radici di libertà. Un traguardo, come hanno ricordato i Capitani Reggenti nel loro messaggio, che non è mai una volta per tutte. Un bene da custodire e difendere. Con lo spirito di chi, quella mattina di 70 anni fa, scelse di riempire il teatro Concordia
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