31 luglio 1849: lo scampo di Garibaldi a San Marino
Durante il Risorgimento italiano, San Marino costituisce un rifugio sicuro per molti dei personaggi che parteciparono ai moti liberali di quegli anni, ai quali tra l’altro presero parte anche alcuni cittadini sammarinesi.
La richiesta di Garibaldi di poter transitare all’interno di San Marino, giunta nel luglio del 1849, viene accolta solo in un secondo momento.
Giuseppe Garibaldi, giunto sul Titano, si presenta al Palazzo Pubblico per richiedere asilo. Il Capitano Reggente Domenico Maria Belzoppi, in passato partecipe nei moti liberali, accoglie e soccorre Garibaldi e i suoi uomini, chiedendo in cambio di evitare che San Marino sia coinvolto in scontri armati. Garibaldi accompagna i suoi uomini fino al convento dei frati cappuccini dove scioglie l’esercito. Alcuni militari trovano rifugio presso le famiglie sammarinesi, altri si allontanano a piccoli gruppi.
Nella notte del 31 luglio, Garibaldi con 150 fedelissimi esce dal Paese ed eludendo la sorveglianza di 12mila soldati austriaci che circondano il Titano muove verso Venezia.
In varie occasioni Garibaldi ricorda ed elogia l’ospitalità di San Marino nel momento del bisogno.
Il 24 aprile 1861 riceve la cittadinanza sammarinese “ad honorem”e dichiara: “Vado superbo di essere Cittadino di cotanto virtuosa Repubblica“; il 13 giugno 1864: “Vi ringrazio del regalo che mi rinnoverà sempre nella memoria l’ospitalità generosa di San Marino in un’ora di suprema sciagura per me e per l’Italia“.