8 aprile 1975: Fellini vince l'Oscar con “Amarcord”
Nella locandina del capolavoro, co-sceneggiato con Tonino Guerra, c'è il ricordo della giovinezza del regista, trasfigurato dalla memoria in una Rimini reinventata, con tutti i vizi e le virtù di un ambiente ristretto, dove l’educazione cattolica provinciale coabita con quella fascista. Nel film scorrono, inframmezzati alla routine quotidiana, saporosi episodi che danno un tono autarchico alla memoria. Un ritratto quindi, fatto di immagini che scorrono dipingendo i più o meno particolari abitanti del borgo, tra le parate fasciste, la vita quotidiana, la Mille Miglia, la “ragazza facile”, confezionando uno tra i più famosi capolavori felliniani.