Al Titano Fiori al Plasma per sensibilizzare su un virus dimenticato: l'HIV
Il regista Fabrizio Raggi: "Il teatro può servire ad alzare un po' di polvere quando è troppo ferma"
Prima del Covid un altro virus ha sconvolto il mondo ma oggi sembra quasi dimenticato. Ecco che Fiori al Plasma vuole ricordare ai giovani che l'HIV è ancora tra noi, anche se fa meno rumore. Fabrizio Raggi si affida all'arte del teatro, al suo ruolo civico, al suo impegno educativo per lanciare un monito: mai abbassare la guardia.
Lo spettacolo nasce per sensibilizzare soprattutto i ragazzi, che spesso vivono la sessualità con troppa leggerezza, sottovalutando i rischi.
“I giovani non sanno più nulla” – spiega Raggi. “Ci sono nuovi casi, grazie al cielo non tantissimi in Italia, però i ragazzi non ne hanno idea. Sanno che ci sono delle cure, sanno che l'aspettativa di vita si è allungata tantissimo, quindi non gli danno più importanza. Si divertono, non fanno più il test, poi improvvisamente stanno male, vanno in ospedale, i medici gli dicono che hanno gli anticorpi quasi a zero e lì sono guai seri”.
Sul palco quattro attrici e un attore, pochi elementi scenici, tanto ritmo. “La compagnia del Titano è nuova, con attrici e attori sammarinesi professionisti. Lo spettacolo è andato molto bene, sono stati straordinari”.
Raggi ha vissuto negli anni 90 a Roma, e ha spiegato la sua esperienza, “per fortuna vissuta in maniera esterna a tutto questo ma proprio negli anni 90 parecchi amici erano risultati positivi. Ho perso purtroppo anche degli amici negli anni perché all'epoca ancora si moriva. Nel '92,'93 e '94 avevi un'aspettativa di vita di 10, 12 anni. Oggi grazie al cielo no”. Il teatro quindi può servire a risvegliare le coscienze “e ad alzare un po' di polvere – dice Raggi - quando è troppo ferma”.
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