Alba Montanari racconta la Serravalle degli Anni '30, "per fare luce e giustizia"
Parte del ricavato della vendita del libro sarà devoluto alla Congregazione di Serravalle
Legame, memoria, identità. Nella dettagliata ed accorata fotografia della Serravalle anni '30 proposta da Alba Montanari uno spaccato di realtà sammarinese su cui – spiega - “far luce e giustizia”. Un libro che si distingue per la rigorosa ricerca documentale presa dall'archivio del Fondo Balducci, e la ricchezza di materiale iconografico, oltre cento scatti attinti dall'archivio di Gregorio Masi.
“Dall'Olivara alla Strada Nuova”, dunque, anni cruciali, di sviluppo urbanistico, con piazza Bertoldi che diventa luogo di aggregazione per eccellenza, la fabbrica del sapone, ma anche un decennio di contraddizioni, di cambiamento e scontro, come quello che si consuma tra i Castelli di Serravalle e San Marino Città. Da una parte due figure centrali, “vittime delle violenze più crude” - si è detto: il “leader” Ezio Balducci e Moro Morri, che - ricorda Alvaro Selva - fu meritevole presidente Congregazione di Serravalle; dall'altra parte, il Governo centrale guidato dalla famiglia Gozi. Dissapori acuiti dalla costruzione della Ferrovia insieme a vecchie ruggini di stampo politico.
“E' il racconto di un riscatto”, per l'editore Giuseppe Maria Morganti, “la capacità di reagire di una comunità", per autodeterminarsi. Quello stesso orgoglio di essere Serravallese che ha mosso la penna dell'autrice. A spingerla a scrivere - rivela - la volontà di "fare chiarezza - dice - e, con un briciolo di presunzione, di rendere giustizia a due persone che dal 1930 al 1935 hanno subito di tutto, le angherie più scottanti, le offese più umilianti e anche delle violenze fisiche oltre che di carattere politico, morale e psicologico (Morri si fece anche tre mesi di carcere). Mi ha aiutato moltissimo l'accesso al ricco archivio del Fondo Ezio Balducci, lì ho avuto modo di ritrovare documenti che mi hanno dato di confortare e legittimare voci che ho sentito fin da bambina".
Il parroco, il medico, la maestra... Ci sono storie di vita quotidiana accanto ai fatti più rilevanti della politica dell'epoca. Il ritratto delle donne Serravallesi, riconosciute per le abilità culinarie persino oltre confine; più emancipate grazie al lavoro nella fabbrica dei cappelli di paglia dei Fratelli Scrocchio, la scuola, la vicinanza con Rimini, le possibilità ampliate dal treno. Aneddoti “gustosi” che riportano all'immagine di una comunità coesa, ad un senso reale di appartenenza, anche a dispetto di visioni ideologiche contrapposte. Valori che oggi si sono persi.
Nel video l'intervista all'autrice, Alba Montanari.
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