Il film è sempre attuale ma ci sono ancora tante cose da raccontare. Da raccontare nelle sale di Castel Sismondo c’è il mito di via veneto ricostruito fedelmente nel set di Cinecittà per la dolce vita. Il fascino intramontabile di Anita Ekberg: la mostra aperta fino al 25 luglio ritrae la dolce vita da ogni sguardo. Racconta anche le contraddizioni che la pellicola ha portato con sé negli anni sessanta spolverando foto e immagini dagli archivi Rizzoli. Un’ opera eccezionale sfuggita al rischio della censura. Una radiografia del mondo della Roma bene. La stampa più conservatrice ha definito il film un insulto alla decenza, un attentato alla famiglia e alla morale. L’ultima fatica di Fellini era stata criticata anche dietro le mura leonine, ma il suo successo è unico, il film è diventato cosa di tutti, in un’Italia che stava cambiando. Esposti alla mostra ci sono anche due copioni originali, 60 scatti del fotografo Praturlon, montaggi e filmati d’epoca. Nel video l'intervista a Vittorio Boarini, Direttore Fondazione Fellini
Valentina Antonioli
Valentina Antonioli
Riproduzione riservata ©