“Hereafter” è l’aldilà traducibile anche come il mondo di là e addirittura nel contestuale futuro e avvenire: Eastwood parte da una asserzione certa, la morte è un mistero, che comprende qualcosa e qualcuno oltre la vita: here e after, di qui in avanti o d’ora in poi, traducendo l’avverbio. Impeccabile regia e sceneggiatura (Peter Morgan) giuste musiche e grandi effetti, buoni attori: c’è tutto, sembra non mancare alcunché però… Le ombre, voci e rumori dall’invisibile, di persone care e un tempo vicine, lasciano un vuoto nello spettatore totalmente dipendente dal medium ( Lonegan - Damon ) e dalle convinzioni del regista che l’argomento trattato sia fortemente “morale”; appartiene alla sfera del cuore, rasenta l’anima e per questo ci lascia stupiti e a disagio su ciò che non si vede: “Hereafter” cioè l’aldilà con la a maiuscola si direbbe paradiso…per noi nell’aldiquà.
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Francesco Zingrillo
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