Autotune, pro e contro. Faso (Elio e le storie tese) elogia l'assenza di “ritocchini” a “Una Voce per San Marino"
Il suono robotico applicato alla voce, usato dai trapper, è amato dai giovani e criticato dai puristi. L'endorsement del bassista milanese al contest
L'autotune, quel suono robotico applicato alla voce che abbiamo imparato a conoscere specialmente negli ultimi anni, ha sicuramente rivoluzionato il mondo della musica. Largo uso dell'effetto tra gli artisti anche a Sanremo. C'è chi lo ama e chi lo critica. Come Faso, bassista di 'Elio e le storie tese' che fa il suo personale endorsement a "Una Voce per San Marino".
Da software di supporto all'intonazione dei cantanti in studio di registrazione a vero e proprio canone estetico, in poche parole una moda. Parliamo dell'autotune, l'effetto vocale quasi metallico che ci siamo abituati a sentire specie negli ultimi 10-20 anni, e largamente usato da rapper e trapper. Continua a dividere, amato dalle nuove generazioni, odiato dagli scrupolosi del suono naturale e riconoscibile, non omologato. Sui social impazza la disputa: i fan ne rivendicano il carattere innovativo, la forma di espressione artistica. All'opposto molti musicisti come Faso, il bassista di 'Elio e le storie tese': lo abbiamo incontrato a Milano alla conferenza stampa di “Una voce per San Marino”. Da vero purista del suono, ne demonizza l'utilizzo, con la consueta, lucida ironia.
Nel video l'intervista di Michele Giardi a Faso, bassista 'Elio e le storie tese'.
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