Biennale: San Marino tira le primissime somme sulle visite al suo padiglione

San Marino sorride alle 200, 300 persone che in media visitano al giorno il suo padiglione alla Biennale di Venezia. Un ottimo risultato per un paese che guarda all’arte per rilanciare la propria immagine nel mondo. In oltre 200 hanno presenziato alla vernice. Gli organizzatori non ne aspettavano più di 80. Lo sguardo corre oltre il padiglione biancazzurro. Orizzonti culturali diversi si incontrano nel segno della luce. E’ una biennale giovane, per età dei suoi artisti, ma con uno sguardo ad un passato contemporaneo, grazie alla mano sperimentale del Tintoretto. Una scelta, quella di inserire il trittico nel padiglione centrale, che fa discutere. Perché anagraficamente è un’arte che non appartiene ai nostri giorni ma che parla un linguaggio chiaro, immediato, di chi ha compreso la sua epoca, andando oltre, fino a superare le barriere del tempo. Una scelta che apre interrogativi su ciò che è contemporaneo e ciò che non lo è. Non mancano le critiche a questa 54esima edizione della Biennale. Non è una novità. A molti non è piaciuta la scelta di Vittorio Sgarbi di affidare ad intellettuali la selezione degli artisti per lo stand italiano. Risultato: un voluto caos di opere. Perplessità anche per il padiglione tedesco, emozionante ed intenso, vincitore del Leone d’oro. Applauso corale, invece, per The Clock di Marclay. La Biennale divide critica e pubblico. Ancora una volta. Perché l’arte contemporanea è soprattutto la lettura che l’uomo dà del suo mondo.

Monica Fabbri

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