Alle Scuderie del Quirinale aperta la mostra “Da Caravaggio a Bernini, capolavori del Seicento italiano nelle collezioni reali di Spagna”. Fino al 30 luglio.
Il primo visitatore è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ammirato a lungo il risultato dell'organizzazione italo-spagnola, che per la prima volta porta in Italia 60 opere di Patrimonio Nacional, l'istituzione pubblica spagnola che tutela e valorizza il patrimonio artistico nella disponibilità della Corona. Una selezione di capolavori che idealmente unisce i due Paesi nel XVII secolo, periodo in cui il collezionismo spagnolo di arte italiana rilancia la tradizione iniziata nel Cinquecento con Carlo V.
Simbolo di questo scambio, i due capolavori in mostra, la “Salomè con la testa del Battista”, di Caravaggio, e “La tunica di Giuseppe” di Diego Velazquez; molte altre opere, come il Crocifisso del Bernini, raramente accessibile al pubblico, erano state commissionate o acquistate dai mandatari del re. Altre ancora sono state comprate dai rappresentanti della monarchia spagnola in Italia, alla morte dei quali sono andate ad accrescere le collezioni reali, come nel caso della “Salomè” di Caravaggio. In altri casi, le opere erano doni diplomatici da parte di principi e governatori della Penisola, come “Lot e le figlie” di Guercino, e “La conversione di Saulo” di Guido Reni.
Francesca Biliotti
Il primo visitatore è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ammirato a lungo il risultato dell'organizzazione italo-spagnola, che per la prima volta porta in Italia 60 opere di Patrimonio Nacional, l'istituzione pubblica spagnola che tutela e valorizza il patrimonio artistico nella disponibilità della Corona. Una selezione di capolavori che idealmente unisce i due Paesi nel XVII secolo, periodo in cui il collezionismo spagnolo di arte italiana rilancia la tradizione iniziata nel Cinquecento con Carlo V.
Simbolo di questo scambio, i due capolavori in mostra, la “Salomè con la testa del Battista”, di Caravaggio, e “La tunica di Giuseppe” di Diego Velazquez; molte altre opere, come il Crocifisso del Bernini, raramente accessibile al pubblico, erano state commissionate o acquistate dai mandatari del re. Altre ancora sono state comprate dai rappresentanti della monarchia spagnola in Italia, alla morte dei quali sono andate ad accrescere le collezioni reali, come nel caso della “Salomè” di Caravaggio. In altri casi, le opere erano doni diplomatici da parte di principi e governatori della Penisola, come “Lot e le figlie” di Guercino, e “La conversione di Saulo” di Guido Reni.
Francesca Biliotti
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