Carlo Lizzani si è suicidato a Roma
A dare l'allarme alla polizia sono stati alcuni vicini che hanno visto il corpo nel cortile del palazzo dove Lizzani abitava. Un inquilino del palazzo ha indicato agli agenti che fosse la vittima.
"E' un momento di grande dispiacere e, devo dire, c'è ben poca voglia di commentare". Così il maestro Ettore Scola, raggiunto telefonicamente dall'ANSA nella sua casa, commenta a caldo la morte per suicidio di Lizzani suo amico e collega.
Carlo Lizzani, che si è tolto la vita oggi a Roma, era nato nella capitale il 3 aprile 1922. E' stato un regista, un critico, un documentarista con una grande passione per la storia e la politica. Storia che lui stesso aveva vissuto in pieno, non a caso la sua autobiografia uscita nel 2007 da Einaudi si intitolava ''Il mio lungo viaggio nel secolo breve''(Einaudi, 2007). Tanti i suoi film celebri da Achtung Banditi! del '51 a Cronache di poveri amanti, Il gobbo, Banditi a Milano, Mussolini ultimo atto, Fontamara, Caro Gorbaciov. E anche le sue opere televisive come Mamma Ebe, Il caso Dozier, Le cinque giornate di Milano, Maria José, Celluloide. Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, è stato direttore della Mostra del cinema di Venezia dal 1979 al 1982. Nel 1998 pubblicò la raccolta di suoi scritti di vario genere Attraverso il Novecento, ricca di aneddoti sulla stagione del neorealismo. Nel dicembre del 1999 ha ricevuto dall'Università di Torino la laurea "honoris causa" in Scienze della comunicazione. A settembre, convalescente per una caduta, non riuscì ad essere presente alla Mostra del cinema di Venezia dove tra i documentari di Venezia Classici veniva proiettato 'Non eravamo solo... Ladri di biciclette. Il neorealismo' di Gianni Bozzacchi. Più volte aveva annunciato di voler fare un film, L'orecchio del potere, tratto da un romanzo di Giulio Andreotti (Operazione Via Appia, Rizzoli, 1998), per il quale era stato indicato come protagonista Al Pacino.