Junk food, cibo spazzatura: non fa male solo al corpo, questo già si sapeva, ma anche alla mente, dando sostanza all’antico motto di Giovenale del Mens sana in corpore sano. A dirlo è uno studio dell’Oregon Health & Science University di Portland. Campione: 104 anziani, in salute, età media di 87 anni. Una semplice analisi del sangue per rilevare i livelli di vitamine e acidi grassi omega 3 – contenuti prevalentemente in pesce, frutta e verdure, e di contro il valore dei grassi saturi, di cui sono invece ricchi i famigerati cibi fritti e confezionati, piatti pronti e da fast food. Somministrato, poi, al campione un test cognitivo: più omega 3 nel sangue, migliori prestazioni mentali: questa la correlazione in evidenza. Più che una novità, una conferma: l’elisir di una vita in salute psicofisica passa, ancora una volta, dagli acidi grassi polinsaturi, già miracolosi prevenzione delle malattie cardiovascolari, ora ricetta per frenare la riduzione del volume del cervello, limitare la perdita di memoria e limitare malattie invalidanti quali l’Alzheimer. “Risultati ancora da approfondire – per i ricercatori americani – che si confessano comunque già eccitati all’idea che basti agire sulla dieta, per tenere vivo anche il cervello”.
Annamaria Sirotti
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