CineArt: in riviera il film su CANOVA

Il più grande degli artisti neoclassici, “schivo e diviso” secondo Sgarbi capace di dar respiro e unità alle cose immobili (bianche, statiche e ferme: dal gesso al marmo lr forme imparano a respirare). Uno dei creatori di capolavori con tecnica, arte e maestria, per una messa in scena plastica. Si faceva leggere i miti classici mentre scolpiva per “mandare in corpo”, dar forma, alla mitologia ormai svalutata.
Figlio di uno scalpellino trevigiano era nato nel 1757 a Possagno. Fece le sue prime esperienze di tagliapietre in una Venezia ormai decadente. Parte nella seconda metà del Settecento per Roma, Napoli, Parigi napoleonica e Londra alla corte di re Giorgio VI; sempre preceduto da una fama che arriva oltreoceano nelle Americhe. Più tardi, dopo la morte avvenuta nel 1822 a Venezia, i Romantici lo glorificarono mentre i Futuristi del 900 lo disprezzarono. Oggi nel linguaggio comune si dice ancora: “Sembra un Canova” per la lucida plasticità del biancore.
fz

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