Cose dell’altro mondo, discusso film sul Nord-Est
Questo film ambientato nella provincia operosa forse veneta ma non necessariamente, potrebbe essere alto friulana o piemontese, fa comunque il verso alla gente del nord per quanto figlia d’antica cultura di convivenza e tolleranza: Marco Polo (e i Dogi) docet… e poi proprio al profondo nord e spesso nel sud del nord (Cremona, Mantova e Rovigo) trovano casa e lavoro i migranti: pensate ai fieri emigrati sikh (quelli con barba e turbante) conoscitori di bovini e animali da soma indiani che permettono, oggi, lavorando come mungitori e stallieri, al Parmigiano - Reggiano, di sopravvivere grazie al latte munto in cascina.
Se sparissero tutti, ma proprio tutti, gli extracomunitari cosa sarebbe di noi: operai e baristi, badanti e “passeggiatrici” comprese…il buon Diego , Abatantuono mattatore della pellicola, sforna qui in recitazione un improbabile cùmènda/industrialotto leghista un tantino razzista -almeno dal video di una tv locale- con moglie paesana e amante meretrice nigeriana di strada affettuosa come una schiava…Il soggetto riadatta un docu-movie americano sulla sparizione dei lavoratori messicani negli States; niente di trascendentale se non nelle polemiche di sindaci e ministri per il contributo pubblico dato a un’opera che di “eccezziùnale veramente” ha solo il dieghito nazionale “terrunciéllo” - nella vita trapiantato a Milano dalla Puglia- nei panni del leghista trevigiano come il radicchio: rosso!?
fz