Bologna celebra Arturo Martini, il più importante scultore del '900 italiano. I capolavori in terracotta realizzati dal Maestro in mostra a Palazzo Fava. Sedici opere: una rarità poterle ammirare tutte insieme, se si pensa che risale agli '30 l'ultima volta che sono state esposte al pubblico.
Curata dal prof. Nico Stringa, la mostra “Creature. Il sogno di terracotta” è patrocinata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Eccole, le grandi terrecotte ad esemplare unico realizzate direttamente dall’artista tra il 1928 e il 1932, in un momento che egli stesso ha definito il “periodo del canto”, la fase cioè della sua poesia più alta e dispiegata. Opere che provengono da musei italiani e da importanti collezioni private, nonché dal Museo Middelheim di Anversa che ha concesso per la prima volta il prestito di quattro opere d'arte.
L'omaggio a Martini si sdoppia e coinvolgerà anche Faenza con una seconda esposizione dal titolo “Armonie. Figure tra mito e realtà”, che sarà inaugurata il 12 ottobre in collaborazione con il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Un focus sulla ricerca estetica dell’artista soprattutto attraverso la rappresentazione della figura femminile.
Curata dal prof. Nico Stringa, la mostra “Creature. Il sogno di terracotta” è patrocinata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Eccole, le grandi terrecotte ad esemplare unico realizzate direttamente dall’artista tra il 1928 e il 1932, in un momento che egli stesso ha definito il “periodo del canto”, la fase cioè della sua poesia più alta e dispiegata. Opere che provengono da musei italiani e da importanti collezioni private, nonché dal Museo Middelheim di Anversa che ha concesso per la prima volta il prestito di quattro opere d'arte.
L'omaggio a Martini si sdoppia e coinvolgerà anche Faenza con una seconda esposizione dal titolo “Armonie. Figure tra mito e realtà”, che sarà inaugurata il 12 ottobre in collaborazione con il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Un focus sulla ricerca estetica dell’artista soprattutto attraverso la rappresentazione della figura femminile.
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