A Dogana la tragedia sperimentale “Antigone”

A Dogana la tragedia sperimentale “Antigone”.
Una rappresentazione spiazzante che lascia per certi versi sbigottiti causa gli accostamenti musicali ultramoderni e arcaici al contempo o le luci psichedeliche che rievocano benissimo mediante il paradosso il coro tardo ellenico o l'Arcadia barocca degli idilli: silvestre e rock una storia tra sessi e generazioni: uomo/donna, padri e figli. La trama permette allo spettatore di essere rammentatore di se stesso per non perdersi alla scuola di De Bernardinis famoso per i suoi adattamenti di drammi e tragedie in chiave contemporanea. Ricorda, mentre ascolti, ricorda: rammenta, mentre vedi, rammenta. Tieni presente Euripide per Sofocle e basati sul coro vera voce della tragedia. Sinossi: due ragazzi morti per due diverse cause, opposte, nella stessa città. Fratelli. Chi ha diritto alla sepoltura di guerra, chi difende la polis o il fratello che la combatte?. Per il re di Tebe, Creonte, l'eroe non si contrappone al potere invece per Antigone entrambi meritano le esequie: sarà comunque la protagonista ad essere sepolta: viva. L'impianto luci e l'illuminotecnica sono il frutto del lavoro di un mago dello spettro visivo recentemente scomparso: Maurizio Viana al quale dedichiamo, insieme agli autori, il loro lavoro e il nostro appassionato impegno di spettacolo. Nel video l’intervista a Marco Sgrosso (Attore–regista)

fz

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