DUANE HANSON: l'imbalsamatore dell'IPERREALISMO figurativo

IO NON DUPLICO E NEMMENO COPIO UNA VITA DECLINO I VALORI UMANI: diceva HANSON ipnotizzato dal fascino delle forme (sembianze) umane e dei soggetti (persone) residuali, nella società. Individualità emarginate: visivamente ai margini, isolate.
I primi lavori del maestro, considerato un realista, erano in vari materiali di base: Legno, poliestere, bronzo. Negli anni Quaranta si misurò, invece, con l'espressionismo astratto (moda) tendenza del tempo. Nei primi Cinquanta fatica a virare sull'arte figurativa e sulla spinta di Warhol e degli 'oggetti' della Pop Art sbarca a pieno titolo nel movimento realista americano.
Per 30 anni s'interesserà alla condizione sociale e dei relativi problemi nati nel sogno americano: fragilità specchio della società statunitense.
Modelli vivi a partire dai provini fotografici, con annessi e accessori, in chiave satirica. Sagoma, dipingendolo, l'individuo solo, alienato, dalla quotidianità.
Il suo è il manifesto dell'IPERREALISMO: “ La massa degli uomini conduce vite di quieta disperazione”.
fz

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